Annali del turismo 2022

SULLA VALORIZZAZIONE TURISTICA DEI PICCOLI BORGHI: CASALVECCHIO SICULO E LE SUE OPPORTUNITÀ

 

SULLA VALORIZZAZIONE TURISTICA DEI PICCOLI BORGHI: CASALVECCHIO SICULO E LE SUE OPPORTUNITÀ

Sonia Gambino1

 

 

 

Abstract

ON TOURISM DEVELOPMENT OF SMALL BOROUGHS: CASALVECCHIO SICULO AND ITS OPPORTUNITIES.The theme of development policies constitutes one of the most important elements in territorial governance aimed at enhancing the environmental and cultural heritage. Casalvecchio Siculo, a municipality in the metropolitan city of Messina, of great historical value for its medieval village but still on the edge of the large tourist flows, has obtained funding under the PNRR, for the tourist and cultural promotion of the area. An unprecedented opportunity both for the revitalization and growth of the socio-economic fabric and for promoting new tourist experiences in order to stem the phenomenon of depopulation and recover the cultural heritage of the area.

Keywords: Tourism, Local development, Heritage.

 

 

1.Introduzione

La valle d’Agrò fu abitata fin dall’antichità, per via dei terreni fertili, dell’abbondanza d’acqua dovuta all’Agrò, una delle fiumare principali della zona ionica messinese, da popolazioni antiche che qui lasciarono il segno nei molti edifici storici e religiosi tutt’ora visibili nella loro integrità.

La valle d’Agrò comprende nove comuni: Antillo, Limina, Casalvecchio Siculo, Roccafiorita, Forza d’Agrò e Savoca che sono localizzati sulla fascia collinare e montana, Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio Siculo che sono localizzati sulla fascia costiera e grazie ad una migliore accessibilità dovuta alla rete ferroviaria e autostradale hanno avuto un maggiore sviluppo economico legato principalmente al turismo balneare e a quello residenziale delle seconde case proveniente soprattutto dall’area metropolitana catanese. In quest’area geografica insistono ancora gravi divari territoriali legati alla dicotomia tra costa ed entroterra. In questa organizzazione territoriale, la montagna e la collina sono incapaci di esprimere nuovi processi di sviluppo economico (Ruggiero-Scrofani,1998) e i trasporti e le vie di comunicazione non hanno assunto quella funzione di rete attraverso la quale le diverse regioni e aree geografiche si «avvicinano» e, avvicinandosi, non solo tendono a ottenere vantaggi reciproci ma consentono altresì uno sviluppo delle economie (Lizza, 2001).

Questo versante orientale dei monti Peloritani è interessato dalla presenza di borghi antichi di grande interesse culturale, custodi di risorse territoriali di grande pregio, che hanno subito nel corso degli anni tre tipologie di degradazione (del tessuto urbanistico del passato, del tessuto demografico, del tessuto produttivo) tra loro interconnesse e riconducibili alla marginalità di questi centri che sono rimasti periferici anche rispetto alla pianificazione territoriale che non ha effettuato significativi investimenti né in campo agricolo, né in campo industriale, né turistici (Gambino, 2008). Alcuni di questi territori appaiono orientati verso un processo di ‘’necrosi” e neanche le tracce indelebili di arte e cultura riescono a trainare flussi turistici importanti e il turismo risulta ancora in una fase di lento sviluppo, mostrando vari punti di debolezza legati ad una scarsa valorizzazione del patrimonio culturale, alla carenza di servizi ed infrastrutture, alla stagionalità e a politiche di sviluppo locale, spesso, inadeguate.

 

 

2. Il PNRR come vantaggio competitivo per la valorizzazione turistica di Casalvecchio siculo

Casalvecchio Siculo situato nella sezione meridionale dei monti Peloritani “nella Sicilia nord-orientale” a 400 m.s.l. è un borgo medievale dall’eccezionale valore paesaggistico e culturale, caratterizzato dalla presenza di un capitale territoriale di notevole pregio: un importante patrimonio storico, architettonico, culturale, ma anche ricco di beni immateriali come culture e tradizioni. Casalvecchio presenta elementi di esclusività legati a fattori culturali e naturali che combinati tra loro di nel tempo hanno dato vita ad una storia, una cultura, una tradizione che hanno generato un heritage unico ed eccezionale, ma che da alcuni decenni subisce un costante fenomeno di declino demografico (oggi conta circa 800 abitanti) e nonostante le valenze paesaggistiche e culturali rimane ancora poco conosciuto a causa di una perifericità spaziale che va oltre la distanza (connectivity), non solo geografica, ma piuttosto relazionale (Bock,2016).

Luogo di memoria e cultura, questo territorio è stato soggetto a una “svalutazione” economica, produttiva, dovuta più che a una marginalità geografica ad una carenza di connessioni socio-economiche.

Esiste anche un problema di visibilità che rende necessaria una strategia di valorizzazione delle qualità latenti e delle potenzialità inespresse, una strategia capace di mettere in luce le risorse esistenti per le comunità di abitanti residenti e per i tanti viaggiatori e turisti potenzialmente interessati a questi luoghi di grande suggestione (SNAI Grecanica, 2020). Il patrimonio storico e architettonico di Casalvecchio non solo non è conosciuto come meriterebbe ma non è neanche pubblicizzato attraverso un’efficace politica di valorizzazione che possa costituire uno strumento di significazione dei luoghi e possa accrescere l’investimento patrimoniale (Pollice, 2020), in cui i beni culturali possano essere considerati come un capitale capace di creare reddito e occupazione, riuscendo ad offrire alla comunità il recupero del senso di appartenenza al proprio territorio (Friel M. M., Trimarchi M., 2007).

Eppure, in quest’area, l’antico legame tra memoria storica e comunità è così forte da poter divenire attrazione strategica per lo sviluppo di un turismo culturale basato su un turismo esperienziale. La valorizzazione della «memoria storica» è venuta a costruire nel corso degli anni uno dei parametri innovativi di riferimento per l’attuazione di un nuovo modello di sviluppo economico sostenibile. È evidente che questa valorizzazione assume un maggior significato nel caso di aree, come la valle d’Agrò, che sono state interessate dalla persistenza di grandi civilizzazioni (Gambino, 2001), in cui i siti legati all’heritage rappresentano un forte legame tra passato e presente ed in cui il valore dell’autenticità viene associato ad una rappresentazione accurata del passato.

Nonostante la straordinarietà dell’heritage, la diffusione del turismo in questo borgo richiede il superamento di alcuni problemi fondamentali che costituiscono un freno o un ostacolo alla promozione di tale attività. Tra le criticità possiamo fare rientrare la scarsa capacità di lavorare in rete, il costante spopolamento che rappresenta un elemento di debolezza e la mancanza di strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere (Ciliberti,Meini, 2018).

A causa di queste minacce, Casalvecchio è rimasto escluso sia dal turismo d’élite che di massa, difatti, risulta ancora emarginato dai flussi turistici ed è meta solo di brevi escursioni giornaliere da parte di un numero limitato di visitatori che affollano il borgo in occasione di feste religiose (quella di Sant’Onofrio è la più importante) o durante le vacanze estive. Oggi, l’opportunità di una rigenerazione in chiave turistica per questo territorio può essere offerta dai finanziamenti previsti dal PNRR, un importante strumento utile per l’ampliamento e la diversificazione dell’offerta turistica.

Il Piano, adottando un approccio partecipato con i numerosi stakeholder del settore, delinea cinque obiettivi specifici: a) digitalizzare il sistema turistico italiano, creando un ecosistema digitale utile per le destinazioni, per le imprese e per i turisti; b) adeguare la rete infrastrutturale per migliorare l’accessibilità e l’intermodalità, potenziando le opzioni per la mobilità sostenibile; c) accrescere la cultura dell’ospitalità e sviluppare competenze adeguate alla evoluzione del mercato, investendo nel capitale umano e in professionalità tramite attività di formazione; d) sviluppare e qualificare le imprese del turismo mediante azioni volte alla riduzione degli oneri fiscali e la concessione di incentivi in favore di processi di aggregazione tra imprese e di digitalizzazione, oltre che maggiore collaborazione pubblico-privato; e) definire un quadro normativo, regolamentare e organizzativo funzionale allo sviluppo.

Le politiche di riqualificazione urbana legate alla cultura devono essere costituite, pertanto, da due elementi principali: una stretta collaborazione tra istituzioni e imprese ed un intervento di tipo bottom up ma guidato dalle istituzioni ed orientato allo sviluppo di una forte competitività (De Falco, 2017). Con le misure previste dal PNRR si intende impostare una strategia di sostegno e rilancio di questi territori marginali, focalizzata su: rigenerazione del patrimonio culturale e turistico, valorizzazione degli asset e delle competenze distintive nonché digitalizzazione. In quest’ottica di rigenerazione Casalvecchio Siculo ha ottenuto un finanziamento di 2,5 milioni di euro a valere sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per un’azione di “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale” e degli spazi pubblici come luoghi di socialità e la realizzazione e il potenziamento di itinerari integrati naturalistici-culturali. Con la proposta “Circe”- Creatività e innovazione per la rigenerazione delle comunità e dell’ecosistema culturale, Casalvecchio insieme ai comuni di Limina e Antillo è entrato nella graduatoria dei 289 comuni italiani ammessi al finanziamento ottenendo le risorse riservate ai borghi con meno di 5.000 abitanti.  I tre centri, con capofila quello casalvetino hanno partecipato in forma aggregata con la proposta “Circe”- Creatività e innovazione per la rigenerazione delle comunità e dell’ecosistema culturale. Un progetto che prende in considerazione la riqualificazione di quattro luoghi simbolo, l’area antistante la basilica di San Pietro e Paolo d’Agrò (Casalvecchio), la chiesa di San Filippo (Limina), la Campana della pace (Antillo) e le Gole Granciara (Limina e anche gli altri centri) e si sviluppa poi con una serie di strategie di recupero del patrimonio culturale e architettonico.

L’intento del progetto, così come si legge nella proposta della delibera del Comune di Casalvecchio, è quella di integrare la tutela del patrimonio a obiettivi di rivitalizzazione sociale e crescita economica, al fine di contrastare lo spopolamento e di aderire attraverso una stretta collaborazione pubblico-privata in linea con la Convenzione Faro.

Nell’ottica di una progettualità reticolare Casalvecchio insieme a Limina e Antillo partecipa anche ad altre importanti iniziative: le zone franche montane di Sicilia, a cui aderiscono 159 comuni siciliani, che presentano alti tassi di spopolamento e svantaggi a causa dell’altitudine e che potranno usufruire di agevolazioni fiscali (Regione Siciliana).

Casalvecchio aveva anche aderito al programma operativo FSER 2014-2020 con un progetto di conservazione del borgo medievale con annessa la chiesa San Pietro e Paolo, riqualificazione del verde e dei beni architettonici. L’obiettivo di tale pianificazione, consiste, quindi, nel recupero del patrimonio culturale concepito non solo come conservazione, ma pure come fruibilità e funzionalità, così che esso possa tornare ad essere elemento di coesione sociale e di identità culturale, svolgendo, altresì, una funzione di attrazione turistica.

 

3. L’Abbazia dei Santi Pietro e Paolo: una risorsa culturale dal grande potenziale turistico

Il patrimonio storico e artistico è diventato un fattore d’attrazione importante e indissociabile dalle politiche turistiche moderne. Le risorse di Casalvecchio potrebbero essere in grado di soddisfare un’ampia gamma di possibili interessi culturali, artistici, archeologici, gastronomici e religiosi del turista moderno. Nonostante ciò, il turismo ha per questo borgo un’importanza economica ancora molto limitata. Il paesaggio storico – culturale, pur essendo un importante potenziale attrattivo, da solo, non è sufficiente per avviare un processo di sviluppo che richieda una strategia di valorizzazione e di integrazione di tutte le potenzialità territoriali.

Tra i beni culturali esclusi dai grandi flussi turistici ma che rappresentano l’espressione culturale più importante non solo per Casalvecchio ma per l’intera valle d’Agrò, si distingue l’Abbazia di SS. Pietro e Paolo D’Agrò. Questo importante sito culturale ubicato a pochi km da Casalvecchio realizzato dai frati basiliani e ricostruito nel 1172 dal conte Ruggero II, è una sintesi perfetta dell’unione tra lo stile arabo, normanno e bizantino. Tra le chiese basiliane, concentrate soprattutto nei territori montuosi della Sicilia nord-orientale, l’antico Val Demone, quella dei Santi Pietro e Paolo a Casalvecchio Siculo si differenzia per l’originalità dell’abside maggiore. L’edificio presenta un singolare impianto planimetrico pseudo-basilicale a tre navate. Le principali informazioni relative alla fondazione del monastero e della chiesa sono fornite dal diploma di re Ruggero e dall’epigrafe greca incisa sull’arco del portale principale del tempio La chiesa subì nel corso dei XVI secolo varie trasformazioni, senza che ne venisse alterata l’essenza architettonica La facciata principale, oggi diruta, crollò forse nel XIX secolo e fu ulteriormente danneggiata dal terremoto del 28 dicembre 1908, che causò peraltro il parziale distacco della grande abside. La chiesa fu dichiarata monumento nazionale nel 1909 (Margani, 2001).

L’importanza internazionale dell’abbazia è segnata anche da una proposta di inserimento nella lista del patrimonio dell’UNESCO che, però, non ha ancora portato un esito positivo. Effettivamente, la presenza di un monumento di straordinario pregio storico e artistico, come questo, può essere considerato come un esempio di risorsa magnete, nel senso che attrae e catalizza l’attenzione di un ampio target di domanda. Nonostante l’importanza di questo bene ecclesiastico, la capacità turistica appare solo potenziale.  Infatti, l’attrattività di un territorio è definita dalle risorse magnete, se opportunamente combinate con altre risorse complementari, quali la qualità dell’artigianato locale, le particolarità enogastronomiche del territorio, la qualità dell’ospitalità (Scrofani, Pisano, Picone ,2018). Il mancato recupero turistico di questo importante bene culturale è un esempio dello squilibrio complessivo tra potenzialità e valorizzazione, in cui gli obiettivi di promozione turistica dovrebbero fare riferimento al senso di civitas, cioè al recupero da parte delle comunità locali delle proprie radici. L’abbazia dei Santi Pietro e Paolo fa parte dell’itinerario italo-greco del Valdemone, a cui aderiscono cinque monumenti chiesastici ancora leggibili nei loro caratteri originari, alcuni dei quali sono stati sottoposti negli anni ad interventi di ripristino architettonico (come la chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Itàla), altri di restauro conservativo (come quella dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, quella di S. Filippo di Frazzanò e quella dei tre Santi di San Fratello), altri invece versano ancora in uno stato di totale abbandono (come la chiesa di Santa Maria di Mili) (Reina, 2016). Attraverso questo itinerario il recupero degli elementi storico-religiosi di Casalvecchio si identificherà non solo come identità del passato, ma come memoria in grado di proiettarsi sul futuro. L’abbazia, purtroppo, pur essendo inserita in un contesto geografico di pregio, a pochi km da alcuni dei borghi più attraenti come Savoca e Forza d’Agrò e a pochi km da Taormina, polo di attrazione turistica tra i più importanti del Mediterraneo, ed essendo inserita anche nel Parco Archeologico di Naxos Taormina non riesce a far emergere il proprio patrimonio culturale in chiave turistica.

In quest’ottica di valorizzazione, molte associazioni tra cui Archeoclub si stanno adoperando per una rigenerazione del sito attraverso l’organizzazione di eventi culturali, il recupero dell’antica biblioteca dell’Abbazia e la creazione di un museo esperienziale; l’impegno di Archeoclub in una visone reticolare e di promozione turistica con gli altri monasteri italo-greci del Val Demone si è concentrato anche sull’importanza delle nuove tecnologie per comunicare la cultura anche in funzione turistica. A tal proposito è stata ideata un’app realizzata dal Liceo Classico “Caminiti-Trimarchi” di S. Teresa di Riva, in collaborazione con GrowApp e l’associazione culturale S. Nilo. L’App interattiva Italo Greek Monasteries, frutto di un percorso di studio-ricerca, di marketing culturale e di promozione digitale per un turismo di qualità 4.0, ha come vision quella di far conoscere e mettere in relazione siti, monumenti e città che hanno condiviso una comune vocazione religiosa (Patin,2005); in questo caso quello di promuovere il patrimonio spirituale, liturgico, storico e artistico della tradizione italo-greca  nella Valle d’Agrò e nel Val Demone rafforzandone l’immagine e l’identità.

 

 

4. Considerazioni conclusive

La strategia decisiva affinché il turismo operi effettivamente a favore dell’economia di questo piccolo borgo è, quindi, quella di promuovere una pianificazione che tenga conto di un coordinamento tra i diversi soggetti del sistema di produzione turistica, ed anche tra costoro e i soggetti che ne costituiscono l’ambiente e assieme ai soggetti del sistema produttivo formano il geosistema turistico locale (Adamo,2018). La pianificazione deve individuare anche le tipologie ricettive da incentivare verificando la possibilità di diffondere forme innovative rispettose dell’ambiente, come il bed and breakfast, l’albergo diffuso, le aziende agrituristiche e turistico-rurali attraverso un sistema integrato a scala territoriale. A partire dalla comunità locale, Casalvecchio siculo potrà realizzare iniziative finalizzate al recupero del patrimonio culturale, mettendo in relazione la cultura dei luoghi con la memoria storica, rigenerando così nuove forme di attrattività turistica e creando sinergie positive derivanti da una connessione virtuosa tra le risorse culturali territoriali e il turismo (Pencarelli,2020).

Per attrarre flussi turistici importanti, inoltre, occorre consolidare/estendere il network di relazioni creato con gli altri attori, istituzionali e privati dell’area, per arricchire l’offerta culturale, diffondere un’immagine attraente delle risorse ambientali e culturali presenti. Bisognerebbe attuare una pianificazione integrata per costruire uno sviluppo turistico sostenibile e contrastare gli squilibri territoriali attraverso:

una rete dei borghi;

la creazione di

un sistema turistico integrato, policentrico e multiprodotto ponendo particolare attenzione al profilo identitario del territorio

;

sostenere forme di

turismo sostenibile promuovendo il legame fra residenti e territorio

;

potenziare

le infrastrutture complementari al turismo.

Casalvecchio costituisce un esempio significativo dell’Italia formata dai piccoli borghi che conservano ancora vive le tradizioni e le opere della cultura materiale e immateriale, che sono scomparse nelle grandi aree metropolitane del nostro paese. Per evitare che questi luoghi siano confinati alla geografia dell’abbandono e che centri come Casalvecchio continuino a far parte dei cosiddetti “centri invisibili”, bisogna incentivare progetti di sviluppo volti all’interconnessione tra costa-collina-montagna in sinergia con gli enti locali, per non accelerare il degrado e far sì che il territorio possa raggiungere nella sua interezza uno sviluppo integrato.

 

 

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Sonia Gambino- COSPECS-UniME-sgambino@unime.it

15 May 2023

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